Fontaines D.C. a Roma – La recensione del concerto, visto da una irlandese a metà

Scritto da il 26 Giugno 2024

Fontaines D.C.

Auditorium Parco della Musica

Roma, 25 giugno 2024

Screenshot

Ed eccoli i figli della nuova Irlanda, l’Irlanda post Tigre Celtica, l’Irlanda benestante nella quale prendere in affitto un buco di appartamento costa più caro che a Parigi centro, l’Irlanda che a nord, la sua ferita aperta, fa i conti con la Brexit e in tutte le altre contee con la passata, pesantissima ingerenza della chiesa cattolica.

Eccoli sul palco dell’Auditorium a Roma ad incendiare una folla di persone di variegata età, che cantano ogni sillaba nonostante Grian Chatten, il loro frontman, si esprima con un fortissimo accento dublinese. In patria questo ragazzo non ancora trentenne è guardato come il moderno poeta cantore dell’isola, il nuovo portatore sano di “flusso di coscienza” di Joyce. E questo flusso di coscienza ieri sera lo ha esternato completamente per il pubblico della capitale, supportato da compagni di band estremamente coesi, precisi, diretti, potenti, senza fronzoli.

Questi in effetti sono i Fontaines D.C. dal vivo: taglienti, crudi ma con miriadi di sprazzi melodici e struggenti qui e là, a ricordarci di quanto il cosiddetto post-punk sia ancora seminale. Credevo onestamente che il linguaggio ed i contenuti che propone la band fossero troppo circoscritti ai confini irlandesi. Mi sbagliavo di grosso. L’amore e la rabbia per la propria terra, le contraddizioni dell’uomo moderno, il nostro tempo scandito dai mezzi di comunicazione, il senso di smarrimento, no, non hanno latitudine e neanche età, a giudicare dai volti giovani e meno giovani degli avventori.

Un set tiratissimo dunque, una band che mena con mani sapienti e forti sui propri strumenti, Grian Chatten assai poco loquace (ma tanto parlano per lui i suoi testi), che sa come tenere in pugno il pubblico e al quale al massimo scappano poche parole irrazionali ed istintive lontane dal microfono costringendoci a leggere il labiale, che non dà pace alla sua t-shirt oversize tirandola di qua e di là, una scaletta tra il “vecchio” (se così si può dire) ed il nuovo per i fans della prima ora, quelli che all’uscita di Dogrel gridarono quasi al miracolo e quelli appena entrati nel mondo dei Fontaines D.C., il cui nuovo singolo Starbuster è ormai in heavy rotation anche sulle radio italiane rock oriented.

Una botta sonora di musica molto, Molto reale. Che non sia, per citare proprio una loro canzone, troppo reale per te? Troppo reale per noi?

“Finalmente un concerto rock!” qualcuno che era lì ha invece osservato.

Ed io sono d’accordo.

La scaletta:
Romance
Jackie Down the Line
Televised Mind
Roman Holiday
Big Shot
I Don’t Belong
Skinty Fia
Chequeless Reckless
A Hero’s Death
Big
How Cold Love Is
A Lucid Dream
Too Real
Nabokov
Sha Sha Sha
Favourite
Boys in the Better Land
Starburster
I Love You

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