Idles – La recensione del concerto

Scritto da il 7 Luglio 2024

Idles

Torino, 29 giugno 2024, Certosa Di Collegno

Live Report

 

Sabato 29 giugno, mentre quasi tutta l’Italia era presa dai fatti calcistici, un’altra fetta della popolazione italica si è radunata al parco della Certosa di Collegno per assistere a un muro di musica e amore. A quasi una settimana di distanza, la potenza del concerto risuona ancora nel petto e nelle orecchie di chi scrive…

Love is the fing” è il titolo del Tour 2024 degli IDLES. L’amore ha attraversato il palco del Flower Festival sotto diverse forme, a partire dalla cura maniacale per il sound-check effettuato. L’amore è arrivato anche grazie alla clemenza del meteo, che fin dal mattino ha mandato presagi misti di lampi e nuvoloni grigi ai fan in attesa del concerto.

L’amore era rappresentato dai genitori che, con il figlio adolescente, erano in prima fila sotto al palco… chissà quanto avranno resistito nel pogo generale… E poi c’era l’amore di chi è partito dalla Sardegna o da Roma per vedere una delle due uniche date estive del tour degli IDLES.

Come da scaletta, alle 22:00 in punto le luci si sono abbassate, Jon Beavis si è seduto alla batteria e con lui sono saliti sul palco Mark Bowen, Adam Devoshire, Joe Talbot e Lee Kiernan. Le note immaginifiche di Idea01 hanno iniziato a echeggiare nell’aria con una struttura in loop che caratterizza molti lavori degli IDLES.

Il basso di Colossus ha tinto di rosso il parco del Flower, incendiato gli animi e dato vita al pogo, dove tutti hanno potuto catartizzare difficoltà, sofferenze ed energia repressa fino a quel momento. La reprise di Colossus, che cambia completamente sonorità, ha liberato tutta la forza di questo brano, soprattutto quando Joe ha cantato “I’m like Stone Cold Steve Austin, I put homophobes in coffins…”.

Se è vero che rifuggono ogni etichetta musicale, bisogna riconoscere agli IDLES uno spirito di rivolta contro le ingiustizie sociali, politiche ed economiche che la nostra società produce quotidianamente. Da quando li ho scoperti nel 2019, li ho sempre equiparati a Ken Loach, per il loro essere diretti e per la forza nel raccontare storie.

Su Gift Horse, Joe, Mark e Adam hanno iniziato a ballare insieme e poi da soli. Adam Devoshire ballerà per tutto il concerto, offrendo ulteriore carica ai fan. Mother ha liberato la forza della disperazione e delle difficoltà vissute dalla madre di Joe Talbot, ma non solo… Il “Mother Fucker” della strofa è stato un grido che ha unito tutto il pubblico del Flower Festival.

Lo spoken word e gli effetti di chitarra e batteria di Car Crash hanno reso questo brano ancora più sporco e coinvolgente, tanto che Joe ha ringraziato il pubblico per l’amore e l’energia che gli arrivava dalla Certosa intera..

Per annunciare I’m Scum, Joe ha esordito con: “This is a love song… This is a love song for me, to ignore the pricks that kept me away from making music for 15 years“. Alla fine del brano il frontman ha fatto abbassare tutto il pubblico e ha invitato a cantare “Fuck the King…Fuck the King”…creando un’energia che è esplosa in un “Fuck the King” generale.

In Jungle, tratta dall’ultimo album TANGK, la parte del ritornello che recita “I Lost Myself Again” ha evidenziato l’accento di Exeter, dove Joe è cresciuto e ha incontrato Adam Devoshire, incontro che ha permesso la nascita degli IDLES.

Prima di brani come Divide and Conquer e Rottweiler, Joe ha esordito con: “This is an antifascist song” per dissipare ogni dubbio. Inoltre, in barba alle polemiche social avvenute nei mesi scorsi, gli IDLES hanno ribadito la loro posizione politica riguardante la Palestina, gridando “Viva Palestine and Free Palestine” alla fine di Gratitude e all’inizio di Rottweiler.

Il loro marchio di fabbrica, riff di chitarra e batteria persistenti e incessanti, ha caratterizzato Never Fight a Man with a Perm. Su uno degli ultimi singoli, Dancer, Joe ci ha deliziato con un bellissimo balletto con il sedere rivolto al pubblico, animando il cuore e gli ormoni di tutte le persone innamorate di lui (compresa la sottoscritta). Tutta la Certosa era pronta a ballare “hip to hip… dancing cheek to cheek“…

A dimostrazione del loro sincero impegno sociale e politico, Joe ha introdotto Danny Nedelko con queste parole: “This song is a celebration of the immigrants who have changed your country, who have changed our country“, probabilmente riferendosi all’omicidio sul lavoro di Satnam Singh, un lavoratore indiano di 31 anni che aveva perso la vita qualche giorno prima del concerto in provincia di Latina. Alzando gli occhi al cielo, i fulmini che funestavano il Flower Festival sembravano parte integrante della scenografia.

L’ultimo brano, Rottweiler, E’ stato introdotto da un caloroso: “You have been great, we are IDLES. Ciao ciao…“.

Il concerto è stato travolgente, potente, un turbine di emozioni. Tuttavia, se si può muovere una critica agli IDLES, è la mancanza di un bis, che si è fatta sentire, probabilmente interrotto dal rischio di un temporale imminente. Spero che l’energia e l’amore ricevuti possano arrivare a chi legge, insieme alla potenza della musica degli IDLES.

By Milù

 

Setlist:

Idea01

Colossus

Gift Horse

MrMotivator

Mother

Car Crash

I’m Scum

Jungle

The Wheel

Gratitude

Benzocaine

POP POP POP

Divide and Conquer

Beachland

Never Fight a Man with a Perm

Dancer

Danny Nedelko

Rottweiler

 

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