Fontaines D. C. a Roma, la recensione del concerto

Scritto da il 26 Giugno 2024

Fontaines D. C.

Roma, 25 giugno 2024, Auditorium Parco Della Musica

Live Report

È un privilegio assistere a un live dei Fontaines D.C. esattamente a questo punto della loro carriera.

L’uscita del nuovo album il 23 agosto sta creando un’attesa paragonabile solo a quella del prossimo passaggio della cometa di Halley, con altrettante probabilità di ritrovarci tutti col naso all’insù ad osservare la band di Dublino esplodere come una supernova.

Palco spoglio, sovrastato dal nome della band in caratteri medievali. Neon e strobo sparate dritte in faccia. Se il buongiorno si vede dall’apertura del concerto, sarà il caso di allacciare le cinture.

Romance mette subito in chiaro cosa ci aspetta stasera: una mina dopo l’altra. All’impatto con Jackie Down the Line, la Cavea dell’Auditorium esplode.

Grian Chatten, avvolto in una lunga gonna nera comanda a bacchetta i circa 10.000 presenti. Il concerto è sold-out da mesi, e in platea c’è un po’ di tutto: dalle onnipresenti e di dubbia provenienza t-shirts di Joy Division e Nirvana dei fan più giovani, ai capelli grigi (nel migliore dei casi) di un cospicuo numero di non-più giovani.

La sequenza Televised Mind, Roman Holiday, Big Shot ci regala un frontman magnetico, coinvolgente con la sua gestualità frenetica e minimale. In controluce, in effetti ricorda un po’ Ian Curtis, ma con un accenno di mullet e infinitamente più felice di stare su un palco. A malapena pronuncia due parole, e quando lo fa, le parole sono “Free” e “Palestine”. A tratti sembra che il suo corpo sia attraversato da scosse elettriche, ma la voce dal vivo rende decisamente meglio che su disco. Provare per credere. Oppure far ricredere chi critica il suo cantato monocorde.

Sì, volendo tirar fuori il trito e ritrito parallelo tra i Fontaines e i loro illustri concittadini U2, tecnicamente Grian non è Bono (ma se diamo retta all’opinione delle prime file, un po’ bono lo è).

Ma i Fontaines sono una macchina perfetta: le chitarre di Carlos O’Connell e Conor Curley si intrecciano magnificamente, sorrette dalla massiccia sezione ritmica formata da Conor Deegan al basso e Tom Coll alla batteria. I suoni sono aggressivi e ricercati al tempo stesso. È pop che non teme di essere scambiato per punk. È punk che non ha paura di essere super-pop. Scariche di adrenalina tra colori fluo e luci al neon.

La folla sembra apprezzare soprattutto gli episodi di matrice più squisitamente post-punk, come le feroci Chequeless Reckless, Big e Too Real dall’esordio Dogrel, e i capisaldi Lucid Dream e A Hero’s Death. A personalissimo giudizio, una delle perle della serata è Nabokov, dal celebrato Skinty Fia, in cui tutta la band dà il meglio di sé. Uno spettacolo per le orecchie e per gli occhi.

L’attacco di Favourite, singolo rilasciato da neanche una settimana, è accolto da un boato e da centinaia di voci che già sembrano conoscere il testo a memoria. Incredibile. “Magia” dei social e della musica liquida, certo, ma è il segno più evidente dell’enorme hypeche oramai circonda la band. The Boys in the Better Land chiude il set, prima dell’obbligatorio doppio encore Starbuster/I Love you che stende tutti. I letteroni gotici al neon che compongono il logo del gruppo si tingono dei colori della bandiera dell’Eire. La “Roman Holiday” finisce qua. Arrivederci Roma.

Quindi, cosa resterà di questi anni venti, e soprattutto del passaggio dei Fontaines D.C. nella Capitale?

Piaccia o no (e ci piace, eccome) il rock di oggi passa da loro. Eredi degli U2 o no, i cinque (+1) dubliners sono giovani, carini e impegnati. E forse un giorno qualcuno ci spiegherà cosa mettono nell’acqua in Irlanda e perché tanta bella musica venga proprio da lì.

Il futuro gli appartiene. A noi non resta che aspettare la fine dell’estate, l’uscita del nuovo album e poi il prossimo passaggio. Non quello della cometa, ma di un grandissima live band. E ovviamente ci saremo.

Menzione speciale per il membro aggiunto Chilli Jesson nel retro del palco, a suonare qualsiasi cosa, con indosso la maglia del Bohemian FC dedicata ai Thin Lizzy. Chapeau.

Setlist

  • Romance
  • Jackie Down the Line
  • Televised Mind
  • Roman Holiday
  • Big Shot
  • I Don’t Belong
  • Skinty Fia
  • Chequeless Reckless
  • A Hero’s Death
  • Big
  • How cold love is
  • A Lucid Dream
  • Too Real
  • Nabokov
  • Sha Sha Sha
  • Favourite
  • Boys in the Better Land
  • Starburster
  • I Love You

 

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