Brondi a Roma, la recensione del concerto

Scritto da il 24 Luglio 2024

Villa Ada festival, Vasco Brondi
22 Luglio 2024

Il tour estivo di Vasco Brondi lunedì 22 luglio ha toccato anche la Capitale, che lo ha accolto con un clima eccezionalmente gentile rispetto al caldo torrido dei giorni precedenti, come se la natura avesse voluto fare un regalo a un artista che l’ha messa al centro della sua poetica, specialmente nelle sue ultime produzioni.
Ad aprire il concerto una giovane musicista piena di talento, Lamante (al secolo Giorga Pietribiasi), voce tagliente e chitarra convulsa al servizio di un’urgenza espressiva che arriva potente come un pugno.
Poi Vasco Brondi sale sul palco, benedicendo questo meraviglioso rito collettivo di ritrovarsi insieme a godere della musica senza gli schermi che siamo abituati ormai a vedere frapposti a ogni realtà che abbiamo di fronte.
E infatti, dall’inizio alla fine le persone cantano insieme e basta, senza la pletora di cellulari che ormai in qualsiasi concerto si schierano sollevati a mezz’aria, in quella spasmodica brama di conservare e condividere che ti fa persino dimenticare di vivere appieno il momento. Del resto, chi è qui non può che pensarla così.
L’apertura è lasciata a Illumina tutto, primo brano di quel disco pieno di fuochi che è Un segno di vita: fuochi che “servono a illuminare i tempi bui che stiamo vivendo, a schiarirli con la nostra presenza”, dice l’artista.

È proprio così la musica di Vasco Brondi: capace di parlare di apocalisse, di periferie disastrate, di guerre e di stelle inchiodate e nel contempo di illuminarle, di trovarci dentro la bellezza e la poesia che continuano, nonostante tutto, a farci esplodere il cuore. Perché saranno pure tempi bui, ma sono i nostri.
La scaletta è meravigliosa e spazia anche all’interno della precedente produzione di Vasco, da Costellazioni (La terra, l’Emilia, la luna, Ti vendi bene, I destini generali) a Terra (Stelle marine, Chakra, A forma di fulmine), da Per ora noi la chiameremo felicità (Cara Catastrofe, Quando tornerai dall’estero) a Canzoni da Spiaggia deturpata (la splendida Piromani), con le sue liriche brucianti, schiette, ricercate e allo stesso tempo dirette, che tutti cantano a memoria in un’atmosfera intima, di quell’intimità che può avere anche una folla, quando sente di provare le stesse emozioni. Oltre la musica brani di poesia, come succede sempre ai suoi concerti perché, dice Vasco:

Le poesie sono un dono immeritato. Ma del resto, gli unici doni che si possono ricevere davvero sono quelli immeritati. Così come solo immeritato può essere il perdono.

Il secondo bis si apre con Un segno di vita e il richiamo va subito a Calvino e al suo invito a cercare e saper riconoscere che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno e farlo durare, dargli spazio. E Vasco Brondi questo sa farlo proprio bene.

Si chiude con Nel profondo Veneto, fallimento e rinascita, ancora una volta.

Il tour estivo di Vasco Brondi continua, ma non ci saranno altri appuntamenti dal vivo per almeno un anno (ad eccezione dell’unica data milanese prevista il 2 dicembre, per festeggiare i 10 anni di Costellazioni). Io ve l’ho detto.

SCALETTA

Illumina tutto
Le ragazze stanno bene
Meccanismi
Qui
Fuoco dentro
Incendio
La terra, l’Emilia, la luna
Ti vendi bene
Cara Catastrofe 
Quando tornerai dall’estero
I destini generali
Stelle marine
Va dove ti esplode il cuore
Chakra
Piromani
Mistica
A forma di fulmine
Segni di vita
Nel profondo veneto

By Raffaella Ria

 

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