La Febbre Del Sabato Sera: La Musica Mette Le Ali Ai Piedi
Scritto da Nello Annunziata il 31 Luglio 2024
Siete pronti a cotonare i capelli e indossare abiti con le pailettes e pantaloni a zampa di elefante?
Si va tutti al 2001 Odyssey grazie al film di oggi: La febbre del sabato sera (Saturday Night Fever) pellicola del 1977 diretta da John Badham (War Games – giochi di guerra, Cortocircuito).
La storia segue le vicende del giovane Tony Manero, al secolo John Travolta che ha una passione smodata per il ballo.
Il film si apre con qualcuno che cammina verso di noi e di cui ne vediamo solo le scarpe. L’inquadratura si allarga e vediamo a figura intera questo ragazzo vestito di tutto punto che se ne va in giro con un barattolo di vernice in mano. Il tutto mentre ascoltiamo Stayin’ Alive dei Bee Gees, che sembra suonare perfettamente a ritmo con le movenze del giovane. La canzone per quanto possa sembrare ballabile e frivola, in realtà tocca temi molto importanti come ad esempio lo sforzo che bisogna fare per arrivare in alto o di rialzarsi dopo essere caduti. Un po’ quello che succede al protagonista che ha un lavoro privo di sbocchi (commesso in un colorificio e ferramenta) e vive in una famiglia che lo soffoca e dove trova nel sabato sera e nella musica disco, la sua occasione di redenzione.
Naturalmente non si può parlare de “La febbre del sabato sera” senza citare i Bee Gees, che firmano buona parte della colonna sonora. E infatti tra gli altri loro brani troviamo If I Can’t Have You. Canzone del 1977 contenuta nel lato B di Stayin’ Alive. Nel film c’è la versione eseguita da Yvonne Elliman e pubblicata l’anno successivo (1978). Questo perché c’erano già troppe canzoni dei Bee Gees alla radio.
Per quanto riguarda You Should Be Dancing, le cose sono andate diversamente. Questo brano era già al primo posto della classifica americana nel 1976 diventando uno dei più grandi successi disco dell’epoca. Quando l’anno successivo è uscito “La febbre del sabato sera”, questa canzone è stata inserita nel film in una scena che da sola vale davvero tutto il successo del film: Tony Manero conquista letteralmente la pista, donandoci 4 minuti di pura estasy.
Altro brano presente è More Than A Woman che qui troviamo sia nella versione dei Tavares che in quella dei Bee Gees. Una curiosità: I Tavares erano nel backstage di uno spettacolo al Madison Square Garden quando i Bee Gees chiesero loro di registrare la canzone.
Ma naturalmente non ci sono solo i fratelli Gibb, in qesta colonna sonora. Si procede infatti con Disco Inferno dei The Trammps direttamente dal loro album omonimo del 1976. Ron Kersey, tastierista della band, l’ha scritta insieme a Leroy Green. I due hanno trovato ispirazione da una scena del film “The Towering Inferno” del 1974. In questa scena, una discoteca in cima a un edificio viene avvolta dalle fiamme.
Una storia molto bella che merita di essere raccontata, sta dietro How Deep Is Your Love. I Bee Gees hanno scritto questa splendida canzone d’amore in Francia, allo Château d’Hérouville, dove anche Elton John ha registrato tre album all’inizio degli anni ’70. Quando sono arrivati i Gibb per registrate la colonna sonora del film, hanno trovato il luogo dismesso e abbandonato.
Il tastierista Blue Weaver ha raccontato al documentario Can You Mend A Broken Heart: “mentre Barry Gibb elaborava “How Deep Is Your Love” c‘era una stanza con questo bellissimo pianoforte. Sapevo che Chopin era stato lì e tutte le volte che guardavo quel pianoforte, lo immaginavo seduto a suonare.
Mi sono seduto pensando al suo “Preludio in MI bemolle”, sapendo che Barry sapeva cantare in MI bemolle.
Attraverso una vetrata colorata entrava un raggio di sole e Berry ha cominciato a cantare I know your eyes in the morning sun…” – Conosco i tuoi occhi nel sole del mattino… il resto è storia. Bellissima anche la versione solo voce e chitarra, eseguita da John Frusciante, storico chitarrista dei Red Hot Chili Peppers e reperibile sul tubo.
Ma in mezzo a tanta musica Disco, troviamo anche un adattamento, sempre in chiave Disco della Quinta Sinfonia di Beethoven. L’idea al quanto conveniente (la musica classica è di dominio pubblico e può essere usata gratuitamente), è venuta al compositore Walter Murphy, Direttore d’orchestra che ha studiato sia pianoforte classico che Jazz. Il brano è del 1976 e vede lo stesso Murphy suonare quasi tutti gli strumenti. È stato l’unico successo di Walter Murphy, a raggiungere la vetta delle classifiche.
Negli anni ’80 è passato a scrivere Jingles pubblicitari e sigle TV. Nel 2002 scrive “You’ve Got A Lot To See” contenuta in un episodio della serie TV “Family Guy” (in Italia la famiglia Griffin) vincendo un Emmy Award con la motivazione per musica e testi eccezionali.
Come già detto all’inizio, descrivendo Stayin’ Alive, tolte le pailettes e spente le luci della discoteca, La febbre del sabato sera ci rivela tutta la sua crudezza (molto ben mascherata). Proprio come nella canzone dei Bee Gees, i personaggi sembano reclusi nelle loro vite. Rassegnati e consapevoli che non faranno mai, quel salto di qualità che permetterebbe loro di condurre una vita migliore. Il Manhattan Bridge, che porta all’Isola di Manhattan dall’altra parte rispetto a loro, rappresenta quel cambiamento, quella possibilità di riscatto se solo lo attraversassero. E sembra quasi che i protagonisti sono consapevoli di questo e che quindi non lo attraversano, ma lo sfidano. Trovando in quelle sfide un modo per esorcizzare la loro condizione di vita e giustificare così il loro destino.
La febbre del sabato sera è disponibile sulle seguenti piattaforme streaming: Apple TV, Google Play, Prime Video, Tim Vision.
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