DEADLETTER a Rapolano Terme (SI), la recensione del concerto
Scritto da Redazione il 23 Luglio 2024
Memory of a Free Festival – Pt. 1
DEADLETTER live a Rapolano Terme (Si)
Mettiamo subito le cose in chiaro: a differenza del brano di Zio David, non ci sarà una Parte 2.
Il report sarebbe in ogni caso parziale, poiché il sottoscritto ha avuto modo di assistere solo alle esibizioni dei londinesi (di adozione) Deadletter e i degli scousers King Hannah. Di questi ultimi trovate su queste pagine il report del concerto di Genova perciò non mi dilungherò. Ci tengo, però, a maledire pubblicamente tutti coloro che scambiano le atmosfere raccolte e intimiste per un esplicito invito, rivolto proprio a loro, a parlare ad alta voce dei propri problemi personali, o di che figata è incontrarsi qua, del coinquilino scroccone e mille altre grandi e piccole notizie di cui ci frega il giusto. Del resto, questa edizione del festival TV SPENTA 24, giunto alla sedicesima edizione, merita più di poche righe introduttive, men che meno livorose.
Ci troviamo a Rapolano Terme, nota località termale a pochi chilometri da Siena.
In quattro giorni, dal 18 al 21 Luglio, si sono avvicendati sul palco (oltre ai già citati protagonisti) C’mon Tigre, Giovanni Truppi, Popolous, Ko Shin Moon, Bruno Belissimo, Leatherette, Yosh Whale, Ponzio Pilates, Red Light Skyscraper, Slowaxx. Non male per un festival gratuito, in quanto a qualità e varietà dell’offerta. Applausi alla perfetta organizzazione che include gli obbligatori stand gastronomici ma anche: bolle di sapone giganti, incontri e dibattiti, artigianato locale e attività ludico-motorie, escursioni e persino osservazioni astronomiche. In pratica, il paradiso. Peccato non potersi trattenere più a lungo ma, come si dice, il paradiso può attendere.
In alternativa, si può sempre cercare il modo di realizzare l’antico sogno di trasferirsi sulle colline senesi. Sempre che un qualunque fuorisede con capello incolto, barbetta e occhiali da intellettuale de noantri (sì, dico proprio a te) non decida di trasformare il sogno in un incubo e il paradiso in un inferno.
Poco importa: ho visto il futuro del rock’n’roll!
Sono anni che aspetto l’occasione di scriverlo e potrei non vedere più dal vivo una band in rampa di lancio. Di certo non siamo nel 1974, chi scrive non ha nemmeno lontanamente la credibilità e la lungimiranza di un Jon Landau e dulcis in fundo i Deadletter non hanno nulla a che fare con Springsteen, ma si stanno costruendo un serio seguito a tempo di record.
Una carriera che finora, a prima vista, sembra ricalcare quella degli Smiths, nel secolo appena trascorso: una manciata di singoli, un EP che ha catalizzato l’attenzione di pubblico e critica, una raccolta, e finalmente il primo album in uscita a Settembre 2024. Nel frattempo si fanno le ossa in giro per i festival europei, poi li aspetta un tour in patria e in autunno li rivedremo di nuovo dalle nostre parti: il 19 ottobre a Bologna e il giorno dopo a Milano. Se siete in zona, non perdeteveli, il concerto è una bomba.
Post-punk teso e veemente. La furia dei Gang of Four mescolata ai ritmi sbilenchi dei Talking Heads, che esamina il lato oscuro dell’esistenza attraverso una lente di leggerezza narrativa.
Parole loro, che prendiamo alla lettera.
Poco dopo delle 22:30, si parte con Credit To Treason, dall’atteso Hysterical Strength. Il frontman Zac Lawrence interroga con lo sguardo i presenti.
Con una certa approssimazione, tre quarti del pubblico di stasera non ha mai sentito mai parlare dei Deadletter. Con un po’ di fortuna potrebbe avere una certa conoscenza dei Talking Heads.
Con assoluta certezza, nessuno di quel 75% ha mai sentito nominare i Gang of Four, ma c’è pur sempre il rimanente 25%. Tra questi spicca il giovanissimo fan in prima fila, incollato tutto il tempo alla transenna con la sua t-shirt griffata Deadletter, la cui costanza verrà premiata con un paio di setlists* da farsi autografare (a proposito: grazie mille per la foto!).
Riusciranno i nostri giovani alfieri di questa ennesima ondata post-punk a trascinare con loro la folla che lentamente abbandona la diffidenza e si avvicina al palco?
Spoiler alert: sì, ci riusciranno, eccome. Il basso incalzante di The Snitching Hour farebbe smuovere anche i sassi e le cose iniziano ad andare per il verso giusto.
La sezione ritmica di George Ullyot e Alfie Husband sa davvero il fatto suo. Precisi e affiatati, sono la solida base su cui le chitarre di Will King e James Bates e il sax di Poppy Richler sono liberi di creare un ben ordinato caos. Il set è pieno di vere o presunte false partenze che poi, però, si risolvono in una scaletta che non lascia scampo. Mother è il momento forse più introspettivo del set, ma coi Deadletter bisogna muovere le chiappe, sempre e comunque.
Now just forget it all and dance.
Siamo in ballo? E allora balliamo. Bygones è un altro brano danzereccio dall’imminente Hysterical Strenght, il singolo Madge’s Declaration viene accolto con entusiasmo da quel quarto di audience che segue la band almeno dal 2022 e si scatena su Hero. La maniera con cui Zac affronta a passo di danza anche i temi più pesanti è perfetta in questa calda serata estiva, e il nuovissimo singolo Relieved arriva al momento giusto, coinvolgendo davvero il 100% dei presenti. Hysterical Strength, Degenerate Inanimate e A Haunting esaltano il modo ironico e in apparenza leggero di veicolare messaggi forti da parte della band, mettendo alla berlina un certo modo di essere inglesi, o sbeffeggiando quel poco che resta dell’idea di socialità in questi anni indecifrabili.
Il quasi-ska di Mere Mortal è il momento più partecipato di tutto il live. A questo punto Zac ha il pubblico dalla sua e lo istruisce sui cori di Fit For Work. (“Shirley says she’s serious, she surely can’t be serious” è già il mio scioglilingua preferito). Su Deus Ex Machina il gruppo preme il tasto pausa, ma solo per poco. Il singolo Binge, già un piccolo classico, non può che ricordare i Talking Heads, ma ora non ci pensiamo. Troppo impegnati a ballare. Inoltre, chi dice che sia un difetto?
La leggenda narra che il brano sia stato completato in 25 minuti, quando si dice immediatezza post-punk…
Il tempo però stasera è tiranno e la doppietta It flies / Zeitgest chiude i conti, unendo il nuovo con il “vecchio”.
There’s something in the air. There’s a storm coming
cantano i Deadletter. E pare che sarà proprio così. Segnatevi la data del 13 settembre prossimo, quando Hysterical Strength sarà nei negozi, virtuali e non, perché i Deadletter sono una band che farà parecchio parlare di sé.
Setlist (*rigorosamente scritta a mano in perfetto stile DIY)
1) Credit to Treason
2) The Snitching Hour
3) Mother
4) Bygones
5) Madge’s Declaration
6) Relieved
7) Hysterical Strenght
8) Degenerate Inanimate
9) A Haunting
10) Mere Mortal
11) Fit for Work
12) Deus Ex Machina
13) Binge
14) It flies
15) Zeitgeist
By Stax
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