Hipgnosis e la copertina icona dei Pink Floyd: The Dark Side of the Moon

Scritto da il 17 Luglio 2024

Tutti gli appassionati di dischi avranno centinaia di LP realizzati dallo studio fotografico e di design Hipgnosis. Sarebbe quasi impossibile elencare una per una tutte le copertine che hanno realizzato.

Storm Thorgerson | Aubrey Powell, Hipgnosis 1972

Quale storia c’è dietro questo straordinario gruppo di artisti e di artwork che hanno accompagnato la musica più bella di sempre? E qual è la loro copertina che è diventata un’icona della storia della musica?

Tutto iniziò nel 1968 con Storm Thorgerson, Aubrey Powell e Peter Christopherson, tre amici appassionati di arte, di fotografia e di cinema che misero insieme il loro talento creando uno studio grafico. Poi dal 1983 lo studio di fatto si sciolse ma Thorgerson ha continuato a lavorare come graphic designer fino a qualche anno prima di morire (2013).

PINK FLOYD - Saucerful Of Secrets, 1968

PINK FLOYD – Saucerful Of Secrets, 1968

Nel 1968 a Thorgerson e Powell fu chiesto, dai loro amici Pink Floyd se potevano essere interessati alla creazione della copertina per il loro secondo album, A Saucerful of Secrets. Pur non avendo nessuna esperienza accettarono e riuscirono a realizzare un piccolo capolavoro. Quando iniziarono, Powell e Thorgerson presero il proprio nome da un graffito che avevano trovato sulla porta del loro studio. La parola piacque non soltanto per l’affinità sonora con ipnosi, ma anche per la combinazione di due termini contraddittori, hip (nuovo e trendy), e gnosis (termine greco che significa conoscenza). Un altro tratto distintivo di Hipgnosis consisteva nel fatto che molte delle loro immagini di copertina raccontano storie direttamente correlate ai testi contenuti negli album. Dal momento che sia Powell che Thorgerson erano studenti di cinema, utilizzarono spesso i modelli come degli attori e impostarono le fotografie in maniera spiccatamente teatrale. Gli artwork realizzati da Hipgnosis presentavano inoltre loghi ed illustrazioni in stile tipicamente high tech (spesso ad opera del grafico George Hardie), adesivi, fantasiose immagini per le inner sleeve, ed altre particolarità in termini di packaging.

Alcune copertine realizzate dallo sudio Hipgnosis

Tra le centinaia di copertine di album realizzate (Led Zeppelin, Bad Company, Quatermass, The Nice, e altri numerosi artisti e gruppi famosi e meno conosciuti), quella che sicuramente merita più attenzione è quella di The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd pubblicata il 1° marzo del 1973.

Pink Floyd – The Dark-Side Of The-Moon, 1973

Hipgnosis fece il salto di qualità proprio con la copertina di questo album e da allora Storm si chiese quanto avrebbe guadagnato… se avessi avuto un penny per ogni copia venduta di The Dark Side Of The Moon.

Da allora il disco vanta oltre 45 milioni di copie vendute e 741 settimane di permanenza in classifica dopo 10 anni dall’uscita dell’album.
Questo lavoro ha probabilmente superato tutti i record di vendita e di ristampe successive fino ad oggi in tutta la musica rock. Grazie anche a quella iconica copertina, i Pink Floyd furono consacrati universalmente e sono entrati di diritto nella leggenda e nella storia. Realizzare una copertina sulla quale non appariva nè il titolo dell’album nè il nome della band aveva creato un leggero scompiglio alla EMI che aveva avuto la medesima esperienza con la foto dell’iconica mucca sull’album Atom Hearth Mother.
Con il senno di poi possiamo affermare senza dubbio che, avendo accettato senza potersi opporre, fecero benissimo a lasciare le cose com’erano. Storm e George erano amici dei Pink Floyd come dicevamo prima, e le loro copertine sono sempre state presentate senza nessuna influenza o consiglio esterno all’etichetta.

 

La creazione della copertina di The Dark Side Of The Moon

Il concetto della luce che attraversa il prisma sembrava fatto apposta per la musica e la filosofia dei Pink Floyd che seguiva il binomio Sound and Light. Nei loro concerti infatti i giochi di luce si sposavano con la musica creando il loro marchio di fabbrica che ha sempre caratterizzato i live della band fin dall’inizio.
Il design della copertina fu preso da una illustrazione di un libro scientifico e fu ricostruito graficamente da George Hardie e colorato con l’aerografo. Il disegno aveva lo sfondo bianco ma fu cambiato in nero perché creava un contrasto maggiore per il prisma. Lo sfondo nero della copertina fu prodotto stampando con inchiostro nero con l’aggiunta del 50% di ciano per dargli una maggiore densità. Il raggio di luce che il prisma emetteva era formato da sette colori: rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e viola.
Lo studio grafico pensò bene di eliminare l’indaco essendo molto simile al viola e quindi dal prisma uscirono solo sei colori diversi. L’album era in formato gatefold (apribile) e l’immagine dei prismi insieme alle bande di colori continuavano sulle altre facciate della copertina fino a diventare un battito di cuore che pulsava e che faceva da eco al suono del battito cardiaco che si può ascoltare all’inizio della prima traccia.

l’album aperto fronte . retro

All’interno del packaging vi erano anche due poster giganti: uno rappresentava i Pink Floyd dal vivo durante un concerto e l’altro era una fotografia delle piramidi di Giza scattata di notte ad infrarossi da Storm e Powell. Ed ecco sottolineato ancora una volta il concetto di Sound and Light aspetto fondamentale della band nei live.

La forma triangolare delle piramidi richiamava infatti il prisma della copertina che era una emanazione di luce! Una prima curiosità: la copia americana dell’album aveva il poster di colore verde, mentre in quella inglese il poster era di colore blu.

Per completare la confezione del disco vi erano anche due adesivi illustrati da George Hardie.

Altre curiosità e aneddoti

Nonostante non ci fosse nessun ritornello ruffiano, nessun video, nessuno scandalo e sopratutto nessun mega-tour (dice Storm Thorgerson), Dark Side è il disco che è rimasto più a lungo nelle classifiche (14 anni interi nella TOP 200 di Billboard) avendo venduto più di 30 milioni di copie.
Quando è stato ripubblicato negli anni ’90 con una foto anziché la famosa grafica ha venduto altri 2 milioni di copie ed è tornato al 4° posto nelle classifiche inglesi a vent’anni dalla prima pubblicazione. Ma oltre alla musica il successo del disco, dice sempre Thorgherson, è dovuto alla copertina. Il semplice disegno elaborato da George Hardie è stata una idea vincente.

La grafica della copertina fu proposta per una etichetta della Charisma dei Genesis, chiamata Clearlight ma venne scartata.

I 2 adesivi inclusi nell’album e i 2 poster compongono il sostanzioso plus del disco in vinile che non avremo mai in un CD o per lo meno nelle edizioni in CD semplici che sono state fatte. Quindi al livello percettivo e come opera anche visiva il vinile ha è fondamentale (soprattutto per i collezionisti…).

È il primo album con testi interamente firmati da Roger Waters e anche il singolo Money che fu estratto nell’edizione francese aveva la stessa copertina.

C’è una band che ha chiamato un suo album Dark Side of the Moon: sono i Medicine Head che lo pubblicarono nel 1972.
Per questo i Pink Floyd si stavano convincendo a cambiare il titolo del loro lavoro in Eclipse. – Non eravamo arrabbiati -, disse Gilmour, ma infastiditi, avevamo già pensato al titolo prima di sapere del loro album -.
Quando i Medicine Head, però, sono scomparsi nel nulla, i Pink Floyd hanno deciso di tornare al titolo originale. Meno male!

Medicine Head – Dark Side of the Moon, 1972

Forse non tutti sanno che i fan dell’epoca ascoltarono il disco dal vivo più di un anno prima dell’uscita. Ma era una prassi normale delle band degli anni ’70 sperimentare l’effetto dei nuovi brani appena composti e non ancora pubblicati con il pubblico.
I Pink Floyd presentarono per la prima volta The Dark Side of the Moon giovedì 20 gennaio 1972 al the Dome di Brighton (GB).
In questa primissima esibizione, Breathe era già quasi come quella pubblicata sul disco; On the Run (chiamata The Travel Sequence) invece era un altro brano, una vera e propria jam rock senza sintetizzatori; Time, in fase di sviluppo, era molto più lenta e con una diversa melodia vocale, era unita già a Breathe (reprise), ma invece del testo c’erano vocalizzi di David. Anche The Great Gig in the Sky, allora chiamata Mortality Sequence, era molto diversa, con una introduzione sognante e voci in sottofondo. Infine dopo Money a causa di problemi tecnici la performance fu terminata in anticipo.

 

Prima esecuzione di TDSOTM – 20 gennaio 1972- the Dome, Brighton

Clare Torry

Il vocalizzo eseguito da Clare Torry per The Great Gig in the Sky fu completato con tre semplici performance: dopo il terzo tentativo che gli sembrò sforzato, quando uscì dalla sala di registrazione, lei si scusò imbarazzata, mentre il gruppo e tutti i presenti rimasero stupefatti per quell’improvvisazione. Nel 2004 Clare Torry fece causa alla band e alla casa discografica EMI richiedendo i diritti sulla canzone, dato che avrebbe dovuto essere considerata coautrice del brano insieme a Richard Wright e non solo cantante esecutrice. Per la registrazione, infatti, fu pagata 30 sterline senza mai  ricevere alcun riconoscimento successivo. Nel 2005 la Corte Suprema del Regno Unito sentenziò a favore della cantante e tutte le edizioni successive a quell’anno contengono il nome di Torry nei riconoscimenti sia come cantante che come coautrice del brano.

Il brano ‘Brain Damage’ era inizialmente intitolato ‘Lunatic’ e nel disco viene cantato da Roger Waters. La traccia trae spunto dall’instabilità mentale del fondatore della band, Syd Barrett, a cui si riferisce il verso “And if the band you’re in starts playing different tunes”. Syd Barrett venne infatti allontanato dal gruppo proprio perché nei concerti cominciava a suonare cose diversa rispetto agli altri membri del gruppo.

Le infinite edizioni

L’album è stato rimasterizzato e ristampato diverse volte con diverse variazioni.

La EMI pubblicò il formato CD (all’epoca una novità) nel 1984 e successivamente nel 1992 all’interno del cofanetto ‘Shine On’.

CD 1984 – CD 1992

L’album fu rimasterizzato per la prima volta nel 1993 per festeggiare il 20esimo anniversario e la copertina venne rifatta utilizzando una foto scattata da Tony May che aveva fotografato un raggio di luce bianca che attraversava un prisma di vetro. Lo spettro dei sette colori in questo caso era chiaramente visibile se sullo sfondo c’era un foglio di carta.
La realtà, dice sempre Thorgherson, in quella originale del ’73 si è leggermente adeguata ai requisiti artistici perchè inizialmente il tutto era una semplice interpretazione visiva di quello che succede veramente puntando un fascio di luce su un prisma.

The Dark Side Of The Moon (20th Anniversary Edition), 1993

Dopo 10 anni, nel 2003, ci fu una nuova versione rinnovata in occasione del trentesimo anniversario del disco a cura di Kevin Gray della AcousTech Mastering che includeva allegati leggermente diversi da quelli contenuti nella prima edizione, oltre a un poster del trentennale dell’album.

he Dark Side Of The Moon (30th Anniversary Edition), 2003

Nel 2007, per celebrare i quarant’anni dalla fondazione dei Pink Floyd, l’album venne incluso nella raccolta Oh, by the Way e su iTunes ne uscì una versione DRM gratuita.
Nel 2011 è uscita una riedizione dell’album chiamata Immersion Edition in un cofanetto costituito da tre CD, due DVD e un Blu-Ray, oltre a un libro di 40 pagine e materiale bonus.

The Dark Side Of The Moon (Immersion Edition), 2011

Ma la storia non finisce qui. Ci furono altre edizioni di The Dark Side on The Moon: quella per il 40esimo anniversario e quella del 50esimo nel 2024.
I 50 anni di The Dark Side hanno visto l’uscita il 23 marzo 2023 di un vinile con la copertina bianca con il concerto del 1974 a Wembley (Londra) e un Box con ogni genere di memorabilia.

The Dark Side Of The Moon (50th live), 2023

Nel 2024 è uscita una versione particolare in doppio vinile trasparente con inciso l’album solo da un lato e sull’altro la grafica del battito e del prisma storico della copertina. Il tutto accompagnato da un nuovo poster: per tutti gli amanti del collezionismo una vera chicca. Basta poi vendersi un rene per stare al passo con tutte le uscite discografiche… e riservare l’altro per le prossime!

The Dark Side Of The Moon (Clear vinyl), 2024

 

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