L’esordio dei Traum: non chiamatela psichedelia

Scritto da il 11 Marzo 2024

Si prova un forte senso di liberazione dopo aver ascoltato i Traum. Il loro è senza dubbio uno dei debutti più interessanti degli ultimi anni, poiché capace di esprimere un vero e proprio sentimento di catarsi.

Dietro questo progetto ci sono Luca Mai degli Zu, Lorenzo Stecconi dei Lento, Paolo Mongardi e Luca Ciffo (ex-Fuzz Orchestra), musicisti che non si sono mai stancati di sperimentare, guardare oltre ed essere al servizio della musica.

Abbiamo rivolto qualche domanda a Luca Ciffo, pochi giorni dopo l’uscita dell’omonimo debutto sotto Subsound Records, la label di Davide Cantone che da sempre è attenta alle realtà musicali del nostro Paese (e non solo).

D: È interessante notare come certi cerchi non fatichino mai a chiudersi: quando ho cominciato a seguirvi ho notato una prima data al Zk Squat di Ostia. Se non ricordo male è il posto del cuore degli Zu, ed ho subito pensato a quanto sia importante, soprattutto al giorno d’oggi, rimanere coi piedi per terra, e rimarcare le proprie radici (per non parlare della questione aiutarsi/fare squadra). Ci riuscite ancora oggi e in che modo, pur avendo alle spalle una carriera lunghissima?
R: Siamo aperti a suonare in qualunque contesto se le condizioni rispettano le nostre esigenze e sensibilità, ma certamente abbiano nel cuore quei luoghi che hanno una risonanza affettiva come, appunto, lo ZK di Ostia o la Cascina Torchiera di Milano.

D: Anche solo osservando il progetto Traum con quel poco che si legge sulla vostra pagina, penso ci stiate riuscendo alla grande. La scelta di rodare i brani prima dal vivo è da vecchia scuola, il logo mi rimanda all’immaginario kraut e al solco del vinile: tutto ciò in un ambito e una proposta musicale dal taglio moderno. Quanto contano le due componenti (vecchia e nuova scuola) e l’equilibrio tra le due?
R: È evidente che la concezione del fare musica di questo gruppo si fonda su modalità che appartengono prevalentemente al periodo a cavallo tra anni ’60 e ’70, sia a livello stilistico che di approccio al suonare insieme in generale. Quello che ci interessa portare nel mondo contemporaneo è un concerto (ma anche dei dischi) che possa sorprendere l’ascoltatore per la varietà dei mondi e dei panorami emotivi in cui può essere trasportato, se munito della necessaria apertura e capacità di stare nel momento.

D: A proposito di componenti, ma visti sotto l’altra accezione, com’è nato il progetto e in che modo avete pianificato ciò che poi vi ha portato a scrivere i primi pezzi?
R: Il progetto nasce dalla volontà mia e di Paolo di continuare a fare musica insieme anche dopo la fine della Fuzz Orchestra. Gli eventi hanno fatto sì che incontrassimo prima Lorenzo e, poco dopo, Luca sul nostro cammino; il resto è venuto da sè in modo del tutto naturale. Indubbiamente ha avuto molto peso l’esigenza di tutti di fare una musica più libera e aperta rispetto alle nostre altre esperienze musicali.

D: Qual è stato l’evento in cui avete suonato che più vi ha entusiasmato sia dal punto di vista emotivo che tecnico-musicale e perché? Che feedback avete raccolto durante questo periodo?
R: I concerti che abbiamo fatto quest’estate sono stati tutti molto positivi: a titolo personale posso dire che quello più rilevante è stato il primo, cioè quello allo ZK di Ostia, perché ci ha messo nella condizione di capire che la band funziona e che il pubblico reagisce bene alla nostra proposta. I feedback sono stati generalmente molto buoni, anche se qualcuno può rimanere spiazzato dal tipo di proposta, dati i nostri trascorsi. Alcuni hanno fatto un pò fatica a digerire l’estrema varietà stilistica della nostra musica, ma per la stragrande maggioranza questo è stato invece un motivo di estremo interesse. Personalmente ho sempre amato quelle band che, pur rimanendo riconoscibili, hanno saputo attraversare una grande varietà di approcci.

D: Dai titoli dei brani si evince una forte componente trascendentale, di totale libertà, allontanamento da qualsiasi schema. Quanta importanza ha avuto nel processo di composizione il flusso di coscienza?
R: È stato determinante, visto che tutti i brani sono nati da improvvisazione totale.

D: Quale correlazione c’è tra la copertina e la vostra musica? La trovo una scelta coraggiosa!
R: Come hai già sottolineato, la nostra musica ha una tensione verso la trascendenza e le sfere più alte, quindi la proposta del grafico , che ha pensato di raffigurare dei volatili, è stata immediatamente accolta.

D: In un’intervista su Pangea.news Bruno Dorella marcò il bilancio in passivo dei social per l’uso morboso che se ne fa, e che per lui rappresentano la parte sporca del suo lavoro. Non essendo gli ultimi arrivati mi interessa il vostro punto di vista.
R: Penso che per una band i cosiddetti “social” siano uno strumento come altri per rendere nota agli interessati la propria attività: la cosa determinante è il tipo di uso che se ne fa che, per quanto mi riguarda, deve essere consapevole e comunque mai in contrasto con la propria natura e i propri convincimenti.

D: Approfondiamo un attimo i due intermezzi -se così possiamo chiamarli- ovvero l’eterea Antarctic Dawn ed Erwachen, e la conclusiva Eterno Ritorno che chiude l’album con una citazione di Pasolini. Come mai questa scelta?
R: Quei brani non sono degli intermezzi, ma rappresentano delle sfaccettature del nostro modo di fare musica, tutte dunque allo stesso modo necessarie. La presenza di Pasolini è determinata dal fatto che, pur facendo musica strumentale, e quindi non avendo una parte testuale, abbiamo comunque le nostre idee e i nostri convincimenti rispetto all’osservazione delle cose del mondo, e pensiamo che lui sia ancora oggi la voce più lucida e attuale che si possa trovare in Italia, e non solo.

D: Avete già in testa, anche solo sommariamente, cosa raccontare in futuro con i Traum?
R: per il momento no, vediamo dove ci porterà il nostro disco di debutto.

D: Per finire, domanda quasi inevitabile: i vostri gruppi possiamo considerarli chiusi per i troppi altri impegni presi nel corso degli anni o bolle qualcosa in pentola?
R: posso parlare solo per me e dire che la Fuzz Orchestra ha sicuramente chiuso il suo ciclo.

Di seguito, le loro prossime date

 

e lo streaming dal loro bandcamp ufficiale: Traum by Traum

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